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Marchioni sul caso cinque straniere

Nel corso del match di lunedì 22 aprile 2019, gara tre della serie di semifinale Scudetto, tra Novara e Scandicci, la Igor Volley si è trovata per un paio di scambi a schierare in contemporanea cinque atlete straniere su sette, una in più di quanto consenta il regolamento.

A far chiarezza, anche in virtù delle polemiche nate sui social network nelle ore successive al match, è il d.g. azzurro Enrico Marchioni: “Si è verificato sicuramente un problema, ovviamente in quel frangente non è stato rispettato il vincolo legato al numero minimo di italiane da schierare in campo, tre. E’ una situazione che era già capitata in gara 1 di questa semifinale, a Siena, quando Scandicci si era trovata a sua volta a mettere in campo una formazione non regolare poiché composta da cinque straniere e due sole italiane. La stranezza sta nel fatto che il sistema che comanda il referto elettronico e i tablet con cui si richiede il cambio, non abbiano funzionato correttamente. Ci sarebbe dovuto essere un blocco che non ci consentisse il cambio e altrettanto sarebbe dovuto accadere in gara uno a Siena: la stessa situazione ci era capitata a Verona, nelle finali di Coppa Italia, e in quel caso il sistema aveva correttamente bloccato il cambio che il nostro allenatore aveva impostato erroneamente al tablet. Quando si lavorava con sistema manuale, gli allenatori, gli arbitri e il refertista prestavano molta più attenzione ma ora, con la tecnologia a disposizione, si pensava che bastasse il controllo effettuato dal sistema, invece qualcosa si è evidentemente inceppato. Bisogna capire cosa sia successo ma questo, che si tratti di una forzatura manuale o di un bug nel sistema di rilevazione del referto elettronico, lo valuteranno i tecnici responsabili”.

Ora, per il club, stante un ricorso che sarebbe effettuato da Scandicci a fine match, il rischio è quello di una multa: “A livello regolamentare, il ricorso che sarebbe stato presentato da Scandicci dovrebbe produrre una multa per irregolarità nel cambio, anche se non mi sento di incolpare la nostra panchina: il sistema avrebbe dovuto bloccare il cambio se tutto avesse funzionato correttamente. In determinati momenti del match si è sotto pressione e può capitare una svista. Sarebbe toccato al sistema non autorizzare il cambio. Di certo non è stata una scorrettezza voluta, primo perché i “mezzucci” non fanno parte del nostro stile e secondo perché, come detto, ogni erro

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