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Le parole dell’attaccante, autore di 158 gol in carriera
Il finale di stagione di Andrea Minniti è stato semplicemente favoloso. Ha infatti centrato ai play-off la promozione in Prima Categoria con il suo Dormelletto Comignago, poi ha alzato al cielo nella cornice dello stadio “Piola” l’ambito Pallone d’oro della testata giornalistica Corriere di Novara. «Più di così non potevo chiedere – ha detto –. Forse sono arrivati due segnali incontrovertibili: è giunto il momento di smettere e di lasciare il calcio giocato. In realtà, il mese di giugno come da alcuni anni a questa parte è un mese di riflessioni. Ho 38 anni e devo valutare bene cosa fare. La prima prospettiva potrebbe essere quella di abbandonare, lo farei da vincitore, però ho tanta paura di smettere. È da praticamente 35 anni che la mia routine è scandita dall’allenamento, dallo spogliatoio, dalla squadra. Non avere più questa prospettiva da settembre mi spaventa. Inoltre, è vero che lascerei da vincitore ma lascerei anche in un momento in cui fisicamente mi sento molto bene. L’ultima stagione al Dormelletto Comignago è stata molto soddisfacente anche a livello personale. Sarebbe quindi un peccato dire addio». Tutte le valutazioni del caso Andrea Minniti le sta effettuando insieme alla società in cui ha militato negli ultimi otto campionati. «Potrei restare in Prima Categoria e fare da chioccia ai più giovani e ai nuovi innesti oppure potrei rimanere in Seconda Categoria e sposare un altro ambizioso progetto» ha concluso Minniti. Intanto, riflessioni sul futuro a parte, l’attaccante ha messo in bacheca il Pallone d’oro, giusto premio per una carriera dai numeri imponenti: 158 gol, 16 nell’ultima stagione.
